La calce, nota sin dall’antichità, non serviva solo per le costruzioni, ma era anche un ottimo disinfettante e concime per l’agricoltura.
Indispensabile per la concia della pelle e utilizzata inoltre anche per la realizzazione della ceramica. La materia prima da cui la si ricava è il calcare, una roccia sedimentaria ricca di carbonato di Calcio (Ca CO3) proprio come quella che costituisce il promontorio su cui sorge Ispra. Si ha notizia che già nel XIV secolo una fornace isprese fornì calce alla Fabbriceria del Duomo di Milano.
Le cave
Intorno alla metà dell’800 lungo il versante a lago furono aperte le prime cave ed in corrispondenza di queste, più in basso, sulla riva, si costruirono le fornaci con i relativi moli per l’attracco dei barconi adibiti al trasporto. In cava, minatori abilitati all’uso di esplosivi, spaccavano la roccia. Il materiale staccato in grandi massi dalle mine, veniva spezzato e lavorato successivamente con petardi, cioè cariche esplodenti più piccole. Si usavano anche attrezzi manuali e finalmente il calcare veniva smistato secondo la qualità ed inviato al forno.
Il forno
Il forno, cioè il cuore rovente delle fornaci si trovava in posizione comoda rispetto al piano della cava in modo da essere raggiungibile dai robusti carrelli di ferro su rotaia che, giunti al portello di caricamento, introducevano il minerale. Per arrivare a 900/1100°C, la temperatura di funzionamento, i fuochisti nutrivano l’impianto di preferenza con carbone. La calce veniva estratta tre volte al giorno, in blocchi o zolle, dalle bocche alla base dei forni dove si trovavano anche le camere di combustione.
La ferrovia
Sulla parte più elevata del promontorio della punta, si possono visitare i ruderi di un altro impianto medievale di qualche importanza. Si tratta dei resti della Chiesa di San Crescenzo di cui si scorge ancora bene l’impianto di base di una grande aula ed un robusto muro che si affaccia sulla sottostante cava di calcare e sul panorama del lago.